Lo scorso 16 febbraio Papa Francesco ha dato il nulla osta al budget 2021 del Vaticano. La previsione è di un deficit di quasi 50 milioni di euro.
“Le spese preventivate per il 2021 sono le più basse della storia recente della Santa Sede, ma i risparmi sono stati fatti senza diminuire il servizio alla missione del Papa e difendendo salari e posti di lavoro dei dipendenti. C’è bisogno del sostegno dei fedeli”. Sono queste le parole riferite da Padre Juan Antonio Guerrero Alves, Prefetto della Segreteria per l’Economia, rilasciate in un’intervista a Vatican News. Guerrero Alves ha l’arduo compito di tirare le fila dei conti del Vaticano, affinché tutto quadri. Un compito che appare piuttosto complicato dal momento che il Coronavirus sembra non aver fatto sconti a nessuno, neanche al Papa. Ma facciamo un passo indietro.
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Mesi fa, a febbraio 2021, è stato dato via libera al budget 2021 della Santa Sede, proposto dalla Segreteria per l’Economia e discusso e approvato dal Consiglio per l’Economia. Con entrate totali di 260.4 milioni di euro ed uscite pari a 310.1 milioni di euro, la Santa Sede ha previsto un deficit di 49.7 milioni di euro nel 2021, a causa dell’impatto della pandemia. Nel 2019, le entrate erano state di 307 milioni di euro rispetto ai 213 milioni previsti per quest’anno: il 30% in meno. Non si può, per far fede alla missione della Santa Sede, ridurre le uscite per pareggiare i conti anche se una riduzione totale delle spese prevista è dell’8% tra cui non rientrano le spese per il personale, per cui la riduzione sarebbe invece del 15%.
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Le spese
Proprio la spesa per il personale, infatti, è molto poco flessibile e cresce al crescere dei bienni e con l’indice del costo della vita. Nel 2020 il costo per il personale è cresciuto del 2% rispetto al 2019. “La protezione dei posti di lavoro e dei salari è stata sinora per noi una priorità. Papa Francesco insiste sul fatto che risparmiare denaro non deve significare licenziare i dipendenti, è molto sensibile alla situazione delle famiglie. Un momento di sfida finanziaria non è un momento per arrendersi, per gettare la spugna, non è un momento per essere “pragmatici”, dimenticando i nostri valori”, ha proseguito Guerrero Alves.
La maggior parte delle risorse della Santa Sede nel 2021 sarà dedicata a sostenere le attività apostoliche, pari al 68% delle spese totali, mentre il 17% è destinato alla gestione del patrimonio e di altri beni, e un 15% all’attività di amministrazione e servizi. Se il livello delle donazioni rimane quello previsto, il deficit verrà ripianato tramite l’uso di parte delle riserve della Santa Sede.