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Opzione donna, quanto si perde se si anticipa la pensione

Published by
Libero Ramati

Opzione donna consente di anticipare la pensione, ma vanno effettuati calcoli ben precisi, perché si rischia di perdere molti soldi.

Opzione donna, quanto si perde con la pensione (foto Adobestock)

Il dibattito sulle pensioni è il tema più caldo dell’estate insieme a quello sul Covid e le varianti. Le polemiche in seno al governo vedono contrapposti due schieramenti: da una parte chi vuole mantenere a tutti i costi “Quota 100“, o quantomeno non svilirla, dall’altra chi non vede alternative alla Fornero per salvaguardare i martoriati conti pubblici e soprattutto la tenuta nel tempo degli enti di previdenza.

Dal Governo Monti la situazione è cambiata radicalmente, ma esistono variabili che modificano le situazione per i singoli casi. Infatti sono a disposizione dei lavoratori alcune agevolazioni e scivoli per poter anticipare l’età pensionistica senza rimanere bloccati da paletti che rischiano di alzare l’età verso i 67 anni.

In particolare esistono potenziali vantaggio per le lavoratrici, grazie ad Opzione Donna, un beneficio che consente di anticipare l’uscita dal lavoro già a 58 e 59 anni con 35 annualità di contributi. Ma questa opzione potrebbe non essere conveniente per tutte, vediamo perché.

Opzione donna, l’agevolazione pensionistica non conviene a tutte

Opzione donna, quanto si perde con la pensione (foto Adobestock)

Naturalmente si tratta di un’anticipazione dell’età pensionabile e questo comporta un’attenta valutazione dei benefici e dei costi. Infatti si rischia di andare incontro ad una minore retribuzione pensionistica, corrispondente ad un coefficiente di trasformazione e montante contributivo più bassi.

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La penalizzazione dipende dal sistema di calcolo che si basa sugli accrediti totali del lavoratore e non sugli ultimi redditi percepiti. Questa opzione può essere valida per le donne di 58 e 59 anni che al 31 dicembre 2020 abbiano maturato 35 anni di contributi che però non prevedono l’accumulo tra diverse casse e nemmeno i contributi figurativi della disoccupazione, della malattia o dell’infortunio.

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In questo caso non conviene accedere a questa possibilità soprattutto a causa del sistema di attribuzione tramite sistema misto, visto che l’anticipo sarebbe troppo penalizzante. L’unica alternativa, ma questa va valutata con molta attenzione è la possibilità di colmare il gap attraverso la tassazione, ma questa non può comunque ridurre a zero la differenza.

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