Opzione donna consente di anticipare la pensione, ma vanno effettuati calcoli ben precisi, perché si rischia di perdere molti soldi.
Il dibattito sulle pensioni è il tema più caldo dell’estate insieme a quello sul Covid e le varianti. Le polemiche in seno al governo vedono contrapposti due schieramenti: da una parte chi vuole mantenere a tutti i costi “Quota 100“, o quantomeno non svilirla, dall’altra chi non vede alternative alla Fornero per salvaguardare i martoriati conti pubblici e soprattutto la tenuta nel tempo degli enti di previdenza.
Dal Governo Monti la situazione è cambiata radicalmente, ma esistono variabili che modificano le situazione per i singoli casi. Infatti sono a disposizione dei lavoratori alcune agevolazioni e scivoli per poter anticipare l’età pensionistica senza rimanere bloccati da paletti che rischiano di alzare l’età verso i 67 anni.
In particolare esistono potenziali vantaggio per le lavoratrici, grazie ad Opzione Donna, un beneficio che consente di anticipare l’uscita dal lavoro già a 58 e 59 anni con 35 annualità di contributi. Ma questa opzione potrebbe non essere conveniente per tutte, vediamo perché.
Opzione donna, l’agevolazione pensionistica non conviene a tutte
Naturalmente si tratta di un’anticipazione dell’età pensionabile e questo comporta un’attenta valutazione dei benefici e dei costi. Infatti si rischia di andare incontro ad una minore retribuzione pensionistica, corrispondente ad un coefficiente di trasformazione e montante contributivo più bassi.
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La penalizzazione dipende dal sistema di calcolo che si basa sugli accrediti totali del lavoratore e non sugli ultimi redditi percepiti. Questa opzione può essere valida per le donne di 58 e 59 anni che al 31 dicembre 2020 abbiano maturato 35 anni di contributi che però non prevedono l’accumulo tra diverse casse e nemmeno i contributi figurativi della disoccupazione, della malattia o dell’infortunio.
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In questo caso non conviene accedere a questa possibilità soprattutto a causa del sistema di attribuzione tramite sistema misto, visto che l’anticipo sarebbe troppo penalizzante. L’unica alternativa, ma questa va valutata con molta attenzione è la possibilità di colmare il gap attraverso la tassazione, ma questa non può comunque ridurre a zero la differenza.