Annuncio dell’accordo tra Stato e Regioni che prevede l’immissione di 30mila nuovi studenti per le professioni sanitarie a settembre.
La crisi Covid ha messo a nudo le carenze del sistema sanitario italiano. L’emergenza ha rilevato come non manchino solo strutture, posti letto e attrezzature, ma anche come medici, infermieri e altri ruoli siano coperti in maniera insufficiente.
La conferma è arrivata subito, poco dopo il primo lockdown e le ospedalizzazioni di massa, con interi reparti in ginocchio, turni più che raddoppiati e operatori sanitari sfiancati dall’impegno. Il governo ha deciso addirittura di richiamare i medici andati in pensione per tamponare la situazione, ma si è trattato di un provvedimento di urgenza, che non ha risolto i problemi strutturali della nostra sanità.
Per questo uno dei progetti di fondo è aumentare il numero di studenti e di conseguenza laureati, nei corsi per operatori sanitari, un primo passo per aumentare il numero di personale pubblico e privato. L’accesso sempre più difficoltoso agli studi ha modificato il numero di persone che voleva prepararsi a lavorare negli ospedali. Un trend consolidato degli anni passati si è modificato di fronte ai tagli subiti dalla sanità, tanto che molti laureati in medicina hanno preso la strada dell’estero per poter lavorare.
Per questo è stato annunciato un aumento di posti disponibili per i corsi di laurea che riguardano ben 22 professioni sanitarie attraverso un decreto approvato il 13 luglio dal Ministero dell’Università. L’altra grande novità che permetterà ai candidati di prepararsi meglio, è lo slittamento della data di test, che viene posticipata al 14 settembre, di una settimana.
I posti a disposizione sono 30180, un incremento rispetto ai 28688 del 2020. Di questo furono coperti solamente 26602, ma il ministero per il 2021 si aspetta di avere almeno 29mila iscritti.
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Il numero nasce dalla conferenza stato-regioni e da uno studio sui fabbisogni regionali effettuato con il ministero della Salute, che viene annualmente completato tra gennaio ed aprile. L’emergenza Covid ha naturalmente accelerato il processo.
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In particolare sono 17333 i posti per gli infermieri, comunque in sotto numero rispetto al fabbisogno, calcolato in 23500 unità. Per questo gli atenei potranno rimodulare il numero di posti disponibili, aumentandolo entro il prossimo venerdì 23 luglio.
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