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Economia

Lavoro, le Regioni dove il Coronavirus ha inciso di più

Published by
Chiara Feleppa

L’ultimo rapporto dell’Inap fa il punto sull’impatto del Coronavirus sui dati occupazionali in base a Regioni e fasce d’età. 

Quale è stato l’impatto del Coronavirus sulle Regioni? La pandemia, e le misure restrittive messe in campo per contenere l’avanzata dell’epidemia, sembra aver pesato maggiormente al Nord che al Sud. A dirlo, è l’ultimo Rapporto 2021 dell’Inapp presentato alla Camera secondo cui l’impatto al Sud è stato più contenuto rispetto al Nord Italia. I danni maggiori in termini di perdita dei rapporti di lavoro si sono registrati in Lombardia e nel Lazio, rispettivamente con -432mila e -406mila. Anche Campania, Toscana, Emilia-Romagna e Puglia evidenziano valori negativi importanti ma, ciò che evince in linea generale, è che la crisi sanitaria ha pesato in Lombardia (-71mila); Trentino Alto Adige (-47mila); Veneto (-10mila) dove le attivazioni nette di rapporti lavorativi sono state notevolmente ridotte. Male anche Toscana ed Emilia-Romagna. Guardando al Sud, Calabria, Sicilia, Campania e Molise hanno mostrato aumenti delle attivazioni nette.

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Per quanto riguarda l’impatto sulle fasce d’età, ad essere stati colpiti sono soprattutto i giovani. Nel trimestre peggiore del 2020, infatti, si sono dimezzate le attivazioni rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente per i giovani fino a 24 anni. Sono scese di un terzo circa le assunzioni di persone di età compresa tra i 55 e i 64 anni. La componente over 50 ha riscontrato un aumento degli occupati, pari allo 0,7% fra febbraio e aprile e allo 0,9 nella fase di momentaneo allentamento delle restrizioni. Nel periodo dicembre 2019 – dicembre 2020, il segmento dei lavoratori maturi occupati (50 anni e più) è aumentato di circa 197mila unità, arrivando a 8 milioni e 938mila. La crescita complessiva è stata pari al 2,3 per cento.

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Le differenze di genere

Impatti differenti anche per quanto riguarda il genere. Nel 2020 si è registrato un forte inasprimento delle disuguaglianze di genere in termini di accesso, partecipazione e progressione delle donne nel mondo del lavoro. In Italia a dicembre 2020, le donne occupate sono 9 milioni e 530mila e gli uomini 13 milioni e 330mila. Rispetto all’anno precedente, sono 444mila le persone occupate in meno, di cui 312mila donne, corrispondente ad un calo del 3,5% per le donne e del 2% per gli uomini. Le donne occupate sono diminuite del 2,6 % nel lavoro dipendente e del 7,6% nel lavoro indipendente. Un capitolo dell’indagine riguarda il Terzo settore, dove operano quasi 360mila unità ma con il 14,2% di queste che a causa dell’emergenza sanitaria ha dovuto sospendere o chiudere le proprie attività di assistenza.

 

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