Il carburante ha raggiunto i massimi dagli ultimi 3 anni e sembrano destinati a crescere, ma arriva una notizia cruciale che forse ci salverà.
L’impenatta dei prezzi di benzina e diesel è sotto l’occhio di qualsiasi automobilista. L’aumento alla pompa è quasi quotidiano e corrisponde ad un ripresa generale dell’economia, parallelamente ad una produzione che per ora rimane ferma. Il prezzo medio rilevato sfiora l’1,7 euro e solo le “pompe bianche” riescono a scendere sotto l’1,6, sempre guardando alla benzina.
La ripresa della locomotiva economica, che prova ad accelerare nonostante la pandemia in atto, è determinante per il quadro attuale, ma a ribaltare questo rialzo costante è l’annuncio del maggiori produttori di petrolio mondiali, che hanno annunciato un accordo strategico fondamentale per i paesi importatori.
A partire dal mese di agosto infatti è stato approvato un aumento di 400mila barili al giorno. L’incremento dovrebbe rallentare, se non fermare, la crescita esponenziale dei prezzi. A deciderlo è stata l’Opec+, stavolta allargata anche alla Russia.
L’accordo è valido fino alla fine del 2022, ma a settembre una nuova riunione stabilirà se confermare la produzione o modificarla. Non è stato un accordo facile da raggiungere. Come sempre lo schieramento si è diviso tra i falchi, chi voleva mantenere prezzi in rialzo, e le colombe, chi invece per motivazioni strategiche aveva interesse ad aumentare la produzione. Tra i paesi arabi, ad esempio, c’era una netta divisione tra l’Arabia Saudita, che punta a prezzi alti ed una produzione costante, e gli Emirati, che invece vogliono aumentare la quota produttiva assegnata nel 2020.
LEGGI ANCHE: Google, 500 milioni di euro di multa dall’antitrust francese
I prezzi della benzina alla pompa dovrebbero quindi raffreddarsi nei prossimi mesi, soprattutto a partire da settembre, ma quando durerà questa situazione? Inizialmente l’accordo prevedeva una durata fino ad aprile 2022, ma ancora una volta sono entrati in gioco i rapporti geopolitici della penisola araba. Gli Emirati non vogliono mantenere l’attuale statu quo troppo a lungo e puntano a crescere ulteriormente. Per questo l’accordo preliminare è stato confermato fino alla fine dell’anno, mentre a maggiore 2022 saranno riviste le quote: gli emiratini aumenteranno la produzione da 3,168 milioni a 3,5 milioni, mentre sauditi e russi cresceranno di mezzo milione.
LEGGI ANCHE:L’Europa ha deciso: stop definitivo alle auto diesel e benzina
L’attuale situazione nasce dal taglio dello scorso anno, ben 10 milioni di barili in meno a causa del crollo della domanda e dei prezzi. I produttori hanno aumentato lo stoccaggio, in attesa della ripartenza, fermando ben 5,8 milioni di barili.
Gli importi pensionistici stanno per subire dei cambiamenti. Con la mensilità di luglio qualcuno potrebbe…
Il modulo pubblicato dall'IFEL è uno schema di regolamento per la definizione agevolata dopo ingiunzioni…
Per andare in vacanza al di fuori dell'Unione Europea è necessario un passaporto. Sono disponibili…
Luglio è un mese d'oro per tutti i pensionati. In particolare per chi ha una…
L'inflazione sta colpendo l'economia italiana sotto molti punti di vista. Le pensioni potrebbero essere le…
La scadenza del 30 giugno per avvalersi dell'affrancamento fiscale si avvicina: quando conviene e quando…