Secondo le stime condotte dal ministro dello Sviluppo Economico il prezzo della benzina in modalità self service ha raggiunto quota 1,65 euro al litro.
Sono diverse le novità che riguardano il mondo della benzina. Il primo è forse quello che ci riguarda più di tutti e riguarda l’aumento dei costi. Una situazione che del resto non è nuova. I recenti dati del Mise avevano già chiarito che la benzina sarebbe costata 273 euro in più per famiglia all’anno con un prezzo in aumento ad 1,6 euro al litro, con un incremento del +16,7%. Già qualche settimana fa, si stimava che il prezzo della benzina sarebbe arrivato a 1,593 euro al litro, mentre il gasolio sarebbe arrivato a 1,452 euro al litro. “Un litro di benzina costa oggi il 16,7% in più rispetto a maggio dello scorso anno, con un maggior esborso per un pieno di verde pari a +11,4 euro. Il gasolio costa il 15,7% in più su base annua, +9,85 euro per un pieno”, aveva denunciato il Codacons preoccupato dagli aumenti.
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Ebbene, secondo le stime condotte dal ministro dello Sviluppo Economico il prezzo in modalità self service ha raggiunto quota 1,65 euro al litro, segnando un nuovo picco da novembre del 2018. Il diesel si attesta a 1,508 euro al litro, prezzo più alto da giugno del 2019. La settimana precedente la benzina si attestava a 1,634 euro a il gasolio a 1,494 euro. “Un vero e proprio allarme prezzi, che si ripercuote sulle tasche delle famiglie, non solo per i rifornimenti di carburante, ma anche attraverso i listini al dettaglio di una moltitudine di prodotti”, proseguiva ancora il Codacons nella sua denuncia.
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Per le famiglie, si parla di un costo che si ripercuote anche su altri prodotti: l’aumento della benzina influisce per il 30-35% sui prezzi di frutta e verdura. Ne risente anche il settore della logistica, visto che in Italia la quasi totalità dei traposti commerciale avviene su strada (circa l’85%). Un’altra novità sul mondo del gasolio riguarda lo stop ad auto a benzina e diesel sul territorio europeo. La decisione fa parte del pacchetto europeo di lotta all’inquinamento “FitFor55″, che mira a rendere neutrale la produzione di sostanze inquinanti all’interno dei confini entro il 2050.
Il piano europeo
Per raggiungere questo azzeramento deve essere ripensata tutta la filiera produttiva, sia industriale che agricola; deve essere ricostruito il modello di spostamenti, privilegiando l’intermodalità dei trasporti pubblici e chiaramente disincentivando i mezzi privati, soprattutto a carburanti fossili. Accanto a questi obiettivi, si mira a sostenere la crescita delle fonti rinnovabili, quali il solare, l’eolico e l’idroelettrico. Si mira inoltre a sviluppare una tecnologia matura per l’idrogeno verde, abbandonando allo stesso tempo la produzione di quello blu, ricavato da fonti inquinanti. Tuttavia, l’approvazione dovrà passare prima attraverso la Commissione e poi per l’approvazione dell’Europarlamento.
Si prevede il divieto di vendita di auto diesel e benzina a partire dal 2035. Le altre auto già esistenti potranno circolare, ma sempre con maggiori limiti. Per incentivare la transizione automobilistica e degli edifici, si vuole mettere a disposizione incentivi fino al 50% con un fondo di 70 miliardi in 7 anni. Il denaro per questo fondo sarà ricavato da un progressivo aumento della tassa sui carburanti fossili, che passeranno da 0,359 a 0,385 centesimi al litro per la benzina e da 0,330 a 0,419 centesimi al litro, per il diesel, mentre le imposte minime sull’elettricità caleranno da un euro a Megawatt/ora a 58 centesimi.