Torna a salire il prezzo del carburante, con un’impennata tale da spaventare i cittadini. Era dal 2018 che benzina e disel non toccavano questi picchi.
Continua a salire il prezzo del carburante. Secondo le rilevazioni del Ministerno dello Sviluppo Economico, la media nazionale in modalità self service è di 1,65 euro al litro per la benzina e di 1,54 euro al litro per il disel. L’aumento del prezzo del carburante è iniziato in realtà già da giugno secondo i dati del MISE, prezzi così alti per benzina e disel non se ne vedevano dal 2018. L’associazione dei consumatori registra come gli aumenti siano concomitanti con l’inizio della stagione delle vacanze, con le famiglie che cominciano a spostarsi in massa. La stima è che questi rincari determineranno una spesa annua di 295 euro per famiglia.
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Secondo le stime di Codacons la benzina costa oggi il 17,5% in più rispetto a questo stesso periodo lo scorso anno, mentre il gasolio è aumentato del 16,8%. Da inizio anno la verde ha subito un rincaro del 14,4% alla pompa e il disel del 14,2%. Questo si traduce in circa 12,30 euro in più per un pieno di benzina e 10,80 di disel rispetto all’anno scorso, o anche solo a gennaio di quest’anno.
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Conseguenze dei rincari
Dalla Coldiretti arriva il monito sulle possibili conseguenze di questi rincari energetici. L’aumento dei costi di trasporto e dell’energia per le famiglie italiane, ma anche in lavori dove sono importanti i trasporti, visto che in Italia la maggior parte degli spostamenti commerciali sia su brevi che lunghe distanze, circa l’85%, avviene su strada. Il record di prezzo dei carburanti porterebbe a un effetto valanga sull’intera economia perché se salgono i prezzi dei carburanti, dice l’associazione, diminuisce il potere d’acquisto degli italiani, che avranno meno risorse da spendere nei consumi.
Gli effetti si cominceranno già a sentire quest’estate con una minore spesa per i viaggi e le vacanze, visto che già adesso, anche a causa del Covid-19, circa il 33% della popolazione non intende uscire dalla propria regione per una vacanza. Fatto che avrà ripercussioni sul settore turistico, facendone calare i ricavi.