ReiThera è il vaccino italiano contro il Covid-19 sviluppato in Italia. Il vaccino funziona, ma la mancanza di fondi potrebbe bloccarne la distribuzione.
La società biotech ReiThera, con sede a Castel Romano, ha da tempo cominciato lo sviluppo e la preparszione di un nuovo vaccino made in Italy contro il Covid-19. I test hanno mostrato ai ricercatori dell’azienda come il vaccino funzioni, osservando una risposta degli anticorpi contro la proteina Spike del 93% dei volontari con la prima dose. La cifra si alza al 99% del campione una volta somministrata al seconda dose del vaccino, a dimostrazione del fatto che ReiThera funziona.
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Gli effetti collaterali della somministrazione del vaccino ReiThera, così come riportato dai ricercatori, sono per la maggior parte di grado lieve e di breve durata: dolore e tensione al sito di iniezione, senso di affaticamento, dolori muscolari e mal di testa. Più o meno gli stessi effetti collaterali di un vaccino Pfizer. La ricerca, partita a marzo, è stata condotta in 24 centri clinici distribuiti in tutto il territorio italiano, su un campione di 917 volontari, in maggioranza over 65 e/o con condizioni associate all’aumento del rischio della malattia.
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Un problema di fondi
La produzione e distribuzione del vaccino è stata messa in forte rischio da una nota della Corte dei Conti del 11 maggio 2021. Nella nota, si legge che la Sezione Centrale della Corte dei Conti non ha ritenuto valido il visto sul decreto relativo all’accordo di sviluppo industriale firmato dal Ministero dello Sviluppo Economico, Invitalia e ReiThera, rimandando il giudizio all’esame del Collegio della Sezione Centrale controllo legittimità.
Questo significa che i fondi che il centro di ricerca avrebbe dovuto avere da Invitalia, corrispondenti a 81 milioni di euro di finanziamento, potrebbero non arrivare. La Corte dei Conti in realtà non ha bocciato i finanziamenti, li ha solo rimandati, ma con la sperimentazione arrivata al suo cultimine e la fase 3 alle porte, a ReiThera servono quei fondi per far partire la produzione del vaccino che verrebbe poi distribuito. Per il momento però, questo non è possibile.