Stato, Regioni e Enti locali mettono a disposizione dei fondi a favore delle famiglie in affitto in condizioni economiche disagiate.
In seguito ai disagi economici provocati dalla pandemia, il governo ha già rilasciato numerosi aiuti per molti aspetti. Anche gli affitti non sono stati lasciati indietro. Col Decreto Ristoro il governo aveva introdotto il bonus affitto, un sostegno agli affittuari che tra il 25 dicembre 2020 e il 31 dicembre 2021 avessero abbassato l’affitto dei propri inquilini, in modo da aiutarli anche a fronte dei danni economici della pandemia.
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Recentemente un nuovo carico di aiuti si è accostato a quello già emesso col Decreto Ristori. Stavolta non solo da parte dello Stato, ma dalla Conferenza Unita Stato-Regioni-Enti locali, che ha dato il via libera a due schemi di decreto del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili per offrire sostegno alle famiglie in affitto con un reddito basso.
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I due schemi di decreto
Il primo schema di decreto prevede il riparto alle Regioni di un Fondo nazionale di 210 milioni di euro per il 2021 che servirà a a consentire l’accesso all’abitazione in locazione. La somma distribuita sarà poi assegnata dalle Regioni ai Comuni con una procedura d’urgenza e semplificata in modo far fronte al prolungarsi dello stato d’emergenza dettato dalla pandemia di Covid-19.
Il secondo schema di decreto prevede di ripartire tra le Regioni di ulteriori 50 milioni di euro per il 2021 del Fondo inquilini morosi incolpevoli. In questo caso l’aiuto andrà alle persone in condizioni economiche disagiate che vivono in una casa in affitto e che hanno uno sfratto esecutivo per morosità.
Per entrambi gli schemi, su richiesta dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), sono stati uniformati i requisiti d’accesso, in modo che l’utilizzo dei due fondi possa avvenire in maniera coordinata.
Per quanto riguarda il Fondo inquilini morosi incolpevoli, è possibile ottenerlo anche senza avere uno sfratto esecutivo per morosità. Questo se a farne richiesta sono soggetti con un ISEE non superiore a 35.000 euro all’anno e che dimostri tramite autocertificazione di aver subito un calo del reddito IRPEF superiore al 25% a causa della pandemia.