Stop all’uso della plastica monouso. La nuova direttiva europea pone il divieto sul territorio dell’Unione: ecco come cambieranno le nostre abitudini.
La plastica è diventata un problema insostenibile per tutto il globo. Sono state trovate particelle infinitesimali anche in posti remoti come l’Himalaya o le isole del Pacifico e stiamo lasciando un’eredità pesante alle generazioni futurre. Per questo l’Unione Europea ha varato il nuovo e ambizioso programma New Green Deal, che si pone il l’obiettivo di combattere il cambiamento climatico e al tempo stesso di educare le attuali e prossime generazioni.
I nuovi prodotti devono essere sostenibili economicamente e allo stesso tempo avere un impatto ambientale zero. Parlamento e Commissione Europea nello scorso giugno 2019 hanno approvato la Direttiva sulla riduzione della plastica monouso. La stessa è stata recepita dall’Italia ad aprile ed è entrata in vigore a partire dal 3 luglio scorso.
Plastica monouso addio definitivo in Italia
Il cambiamento sarà radicale ma progressivo e comporterà un cambio delle abitudini quodiani, almeno per i cittadini europei meno attenti. La Commissione europea ha voluto ribadire che non saranno cancellati definitivamente dei prodotti, ma che questi avranno delle alternative comunque economiche e subito disponibili.
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Ma cosa sarà vietato? Tutto ciò che è inquinante e che non può essere smaltito correttamente, come piatti, posate, cannucce, cotton fioc, palette da cocktail, bastoncini dei palloncini, contenitori per alimenti e bevande in polistirolo. I commercianti e le industrie potranno terminare le scorte, ma successivamente non potranno più produrre o vendere nulla.
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Da questa lista sono esentati i contenitori per l’acqua, le bibite, quelli per detergenti, detersivi e scatolette per la conservazione degl alimenti. Una delle alternative che verrano implementate progressivamente con l’utilizzo della bioplastica. Il cambiamento ha provocato il malumore della Filiera Italia, che ha denunciato l’inaccettabilità di di assimillare la plastica monouso al biodegradabile e di non riconoscere invece lo stesso trattamento della plastica. Questo danneggia principalmente l’industria della carta e del cartoncino e la ristorazione, settori già colpiti dal Covid. Sotto questo profilo l’Italia paga il blocco di Francia e Germania, paesi indietro nell’industria del biodegradabile.