Un report dell’Istat evidenzia che nel 2020 si è registrato un calo dei consumi, a fronte di un aumento del risparmio.
Il Coronavirus ha avuto un impatto fortissimo sull’economia e sulla tenuta dei sistemi economici di mezzo mondo. Tutti – chi più chi meno – hanno risentito del contraccolpo della crisi, causato da chiusure e restrizioni che hanno praticamente paralizzato moltissime attività economiche. Dalla ristorazione al settore delle palestre; dalle discoteche all’abbigliamento: una crisi generalizzata che non si vedeva da anni, totalmente inaspettata e su cui non è possibile fare previsioni. Certamente, gli economisti hanno fornito delle stime e dei bilanci sui tempi della ripresa; eppure, finché non passerà del tempo, la situazione rimane a rischio e critica.
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Secondo l’ultima analisi dell’Istat, il quadro economico e sociale italiano potrebbe presto riprendersi grazie alle misure di sostegno e alla ripresa delle attività, che gradualmente stanno riaprendo. Tuttavia, il Rapporto annuale 2021 frena gli entusiasmi sottolineando come la disoccupazione e la povertà assoluta ( che tocca oltre 2 milioni di famiglie) siano fattori ancora fortemente presenti e gravanti sulle famiglie. Nello specifico, sottolinea il report, la povertà assoluta è in forte crescita e nel 2020 ha coinvolte oltre 2 milioni di famiglie, con una percentuale del 7,7% in crescita di oltre un punto percentuale rispetto al 6,4% del 2019. Ad essere colpiti sono 5,6 milioni di individui, il 9,4% rispetto al 7,7% dello scorso anno. Cifre critiche anche sul fronte dell’occupazione.
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“Nonostante un moderato recupero occupazionale nei mesi recenti, a maggio ci sono 735 mila occupati in meno rispetto a prima dell’emergenza”, si legge nel report che si focalizza anche sulla differenza territoriale. Infatti, la situazione risulta peggiore al Nord rispetto al Sud e al Mezzogiorno. Il reddito primario delle famiglie scende di 92,8 miliardi di euro, con -7,3%, ma i massicci interventi pubblici per 61 miliardi hanno compensato due terzi della caduta. “Nel 2020 il reddito disponibile delle famiglie consumatrici si è ridotto del 2,8%, quasi azzerando la crescita del biennio precedente. I consumi finali hanno subito una caduta di dimensioni molto più ampie e mai registrate dal dopoguerra”, si legge nel report.
Parallelamente al calo dei consumi, è aumentata la propensione al risparmio, salita dall’8,1 al 15,8%. A fronte della discesa molto più ampia della spesa, la propensione al risparmio è salita dall’8,1 al 15,8%. Infatti, il tasso di risparmio è quasi raddoppiato. I consumi sono scesi più nel Nord che nel Centro e nel Mezzogiorno. Nel complesso, la spesa per alimentari e per l’abitazione è rimasta invariata, ma si sono ridotti gli extra. Per quanto riguarda le imprese, nel primo semestre del 2020 oltre tre quarti delle aziende industriali con almeno 20 addetti hanno registrato ampie cadute di fatturato, sia sul mercato nazionale sia su quello estero. A rischio le piccole e medie imprese.
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