Dopo l’accordo di giugno sul blocco dei licenziamenti, questa è la settimana clou per la riforma pensata dal Ministro del Lavoro Andrea Orlando.
La pandemia ha inflitto un grande danno e disagio all’economia italiana, colpendo soprattutto i lavoratori. A causa delle chiusure durante il periodo di emergenza, moltissimi hanno perso il lavoro mentre si sono aggravate ancor di più le condizioni di chi era precario. Per questa ragione, si profila necessaria una riforma generale degli ammortizzatori sociali, già sollecitata a giugno nel corso dell’accordo tra le parti sociali e il governo dal ministro del Lavoro Andrea Orlando, attraverso il blocco dei licenziamenti. L’obiettivo, adesso, è portare il provvedimento al Consiglio dei Ministri già entro la fine del mese.
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La riforma degli ammortizzatori mira a creare un sistema di tutela universale per tutti i lavoratori, da utilizzare già da fine ottobre 2021, puntando allo stesso tempo al rafforzamento dei centri per l’impiego e al rapido reinserimento di coloro che hanno perso il lavoro durante il periodo di chiusura.
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In cosa consiste
Spinto e sostenuto con forza dalle associazioni datoriali – Confindustria in primis – e dai sindacati, la riforma degli ammortizzatori sociali è stata inclusa nel PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e proprio questa sarà la settimana clou della lavorazione. Mercoledì 7 luglio, previsto un incontro tra il ministro Orlando e il ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco per discutere delle risorse da impiegare nella riforma. Una sostanziale pare delle risorse verrà dalla sospensione del programma di cashback, che sarebbe dovuto ripartire a luglio. Si parte da una base di 1,5 miliardi di euro. Il presidente dell’INPS Pasquale Tridico, tuttavia, ha affermato che gli interventi di discussione costerebbero un miliardo di euro l’anno.
Le misure in discussione
Tra le misure in discussione c’è l’estensione della copertura per i lavoratori delle imprese fino a 5 dipendenti, oggi scoperti sia dalla Cig sia dalla Fis (fondi bilaterale e di integrazione salariale), e l’incremento di quelle a disposizione delle aziende fino a 15 dipendenti. Si discute anche su un possibile rafforzamento dell’indennità di disoccupazione (Naspi), di cui verrebbe eventualmente aumentato l’importo e verrebbe esteso nella sua durata anche ai lavoratori over 55 fino a 36 mesi.