Agevolazioni a doppio binario per i matrimoni, con aiuti destinati sia alle coppie che vogliono sposarsi, sia alle imprese che organizzano le cerimonie.
Il divieto di assembramenti causato dalla pandemia di Covid-19 ha abbattuto le speranze di tutte quelle coppie che intendevano sposarsi nel 2020, e ancora oggi la situazione non è delle più rosee. Il Bonus matrimonio 2021 mira a sostenere il settore wedding in due diverse forme. Da una parte aiuti alle coppie di sposi, con una detrazione delle spese connesse al matrimonio; dall’altra aiuti agli operatori del settore, quindi organizzatori dei ricevimenti e ristoratori che fanno servizio catering o mettono a disposizione sale per i ricevimenti.
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Il Bonus sposi 2021 consiste in una riduzione delle spese connesse e documentante alle nozze, non solo del 2021, ma anche dei due anni successivi, 2022 e 2023. Detrazione che sarà pari al 25% della spesa per il matrimonio, con un massimale di 25.000 euro. Il bonus è esteso a ogni matrimonio civile, concordatario o unione civile e può essere sfruttato da lavoratori o disoccupati che riescano a dimostrare di aver lavorato per almeno 15 giorni alle dipendenze di aziende industriali, artigiane o cooperative nei 90 giorni precedenti al matrimonio. Le spese di nozze ammesse alla copertura del bonus sono, ad esempio, il servizio di wedding planning, il catering o l’affitto di locali o dell’abito da sposa.
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Gli operatori del settore wedding hanno a disposizione un contributo a fondo perduto disponibile sia per le imprese del settore wedding propriamente detto, che per le imprese di ristorazione, individuate tramite codice Ateco, che hanno registrato un calo del fatturato nel 2020 rispetto al 2019 a causa della pandemia. Per queste imprese il contributo sarà pari al 30% della differenza dei ricavi annui tra il 2019 e il 2020. Discorso diverso per le imprese costituite nel 2019 o 2020, nel loro caso il contributo a fondo perduto avrà un importo fisso di 5.000 euro. La domanda per il contributo a fondo perduto deve essere presentata con autocertificazione all’Agenzia delle Entrate che provvederà a verificare le istanze presentate.
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