Tutto ciò che c’è da sapere sulla riforma del Fisco. Ecco cosa cambia per quanto riguarda Irpef, Irap e altre imposte contributive.
Cambiamenti in arrivo sulle tasse. Infatti, lo scorso 30 giugno le Commissioni Finanze di Camera e Senato hanno pubblicato il documento conclusivo sulla cui base sarà definita la legge-delega. In linea generali, si punta ad un abbassamento delle tasse sul ceto medio, alla riduzione dell’Irpef, all’abolizione dell’Irap e il secondo acconto delle imposte a rate. Grazie ad una delega all’esecutivo, la riforma dovrebbe vedere la luce entro il 31 luglio 2021, dopo il via libera delle Commissioni Finanze di Camera e Senato al documento che ha visto l’astensione di Leu e il voto contrario di Fratelli d’Italia.
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Nel piano ci sarebbe come obiettivo abbassare le tasse sul lavoro, semplificare e rendere più agevole il rapporto tra cittadini e amministrazione finanziaria, lottare contro l’evasione fiscale, semplificazione e riduzione dell’aliquota ordinaria attualmente applicata. Gli occhi sono tutti puntati sull’Irpef che grava sul ceto medio, con un reddito compreso tra 28.000 e 55.000 euro. In generale, si prevede un abbassamento dell’aliquota media effettiva con riferimento ai contribuenti nella fascia di reddito tra i 28.000 e i 55.000 euro. Una certezza riguarda il bonus Renzi, che verrà assorbito dall’aliquota.
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Le detrazioni fiscali, inoltre, potrebbero trasformarsi in spese pubbliche ed essere riconosciute come erogazioni dirette in caso di pagamento con carte o bancomat. In questo modo, il contribuente non dovrebbe aspettare la dichiarazione dei redditi, ma potrebbe ricevere subito la somma riconosciuta. E per le partite Iva? C’è l’ipotesi di rateizzazione del secondo acconto delle imposte sui redditi per le partite Iva e i lavoratori autonomi. Si starebbe pensando di cancellare la scadenza del 30 novembre e di rateizzare il versamento del saldo e del primo acconto in sei rate mensili di uguale importo da luglio a dicembre dello stesso anno.
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Inoltre, si ipotizza il versamento del secondo acconto in un’unica soluzione entro il 31 gennaio dell’anno seguente o in sei rate mensili di pari importo da gennaio a giugno dell’anno seguente. Contestualmente verrebbe eliminata o ridotta la ritenuta d’acconto. Inoltre, al posto del regime forfettario, potrebbe essere introdotto un regime fiscale transitorio per i contribuenti che superano il limite di 65.000 euro, introducendo una tassazione agevolata per le partite Iva che superino questa soglia di ricavi e compensi.
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