Entriamo nel mondo delle start up per conoscere meglio cosa si intende, i requisiti per aprirla, le caratteristiche.
Si sente spesso parlare di start up. Una parola su cui , però, regna ancora molta confusione per via delle numerose informazioni a disposizione che, spesso e volentieri, creano caos. Cerchiamo invece di fare chiarezza partendo dal dire che cos’è una start up e cosa si intende con questo termine. Quando si parla di start up si parla di un’azienda giovane, che è nata da poco ma con un business plan avente tutto il potenziale per poter crescere in maniera rapida, veloce e vantaggiosa. Fino a poco tempo fa, una start up era un’azienda innovativa dal punto di vista tecnologico, anche se oggi il termine si è esteso notevolmente andando ad inglobare anche realtà meno “tecnologiche”.
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In economia con il termine startup si intende appunta un’impresa emergente nelle forme di un’organizzazione temporanea o una società di capitali in cerca di soluzioni organizzative e strategiche che siano ripetibili e possano crescere indefinitamente. Una delle caratteristiche principali della start up è la sua scalabilità. Ad esempio, un’attività come l’apertura di un ristorante non coincide con la creazione di una startup: si tratterebbe infatti di una società tradizionale. Lo startup comprende tutte le spese relative alla costituzione della società e agli investimenti strutturali; gli stipendi; l’eventuale cauzione per l’affitto; le spese relative al materiale di consumo; l’indicazione del capitale proprio.
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In parole più semplici, la start up deve evolversi e migliorare; deve avere una fase di sperimentazione; deve essere scalabile, cioè non ripetibile in larga scala. I criteri selettivi per l’avvio di una start up sono stati fissati dalla legge 221/2012 che ha stabilito che una start up non deve essere costituita da più di 5 anni e, al secondo anno di attività, il valore della produzione non deve superare i 5 milioni di euro. Al momento di partecipazione ai bandi, la start up non deve essere nata da fusioni di altre società, scissioni, cessioni o essere un ramo aziendale. Inoltre, le spese per la ricerca e sviluppo devono essere almeno del 15% del valore maggiore tra il costo e il valore totale; i 2/3 dei soci deve avere almeno la laurea magistrale; 1/3 di essi deve essere dottore di ricerca o dottorando.
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