Secondo Confcommercio, nel 2020 sono andati persi consumi nella misura dell’11,7%, pari ad oltre 126 miliardi di euro.
Del resto c’era da aspettarselo. Il Coronavirus ha impattato notevolmente sui consumi degli italiani, modificando abitudini, stili di vita e routine d’acquisto. A confermare l’impennata definitiva dell’economia italiana sono state le ultime stime di Confcommercio. “Con un calo complessivo dei consumi dell’11,7%, pari ad oltre 126 miliardi di euro, il 2020 ha registrato il peggior dato dal secondo dopoguerra”, ha riferito Confcommercio nelle sue stime sulla situazione economica attuale italiana. Il dato è influenzato anche dalla riduzione del 60,4% della spesa dei turisti stranieri, con una perdita di circa 27 miliardi. Di questi, 23 sono concentrati prevalentemente nelle regioni del Centro-Nord, con Lazio e Toscana in testa.
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Questo è quanto emerge dal rapporto di Confcommercio sui consumi 2019-2021 nel quale si accerta che il crollo della richiesta e l’abbassamento della domanda ha comportato una perdita di oltre 2.000 euro a testa rispetto al 2019. I consumi sono così ritornati ai livelli del 1995. Dati preoccupanti che evidenziano come, le conseguenze della pandemia, abbiano avuto un impatto notevole. Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha sottolineato che “l’economia italiana si è rimessa in moto ma a velocità differenti”. “Ci sono regioni e settori come il turismo e la cultura che torneranno ai livelli pre-covid solo nel 2023 e molte imprese sono a rischio”.
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Da risolvere, dunque i problemi strutturali del Paese che determinano una crescita a macchia di leopardo, poco omogenea. Il Nord e il Centro risultano le aree più penalizzate, con Veneto e Valle d’Aosta che hanno registrato le maggiori perdite di consumi pari ad oltre il 15%. Il Sud ha invece registrato un andamento leggermente meno negativo. I consumi sono aumentati con le riaperture, con un incremento del +14,2% a maggio e determinando un aumento del Pil del +2,9 a giugno. E per il resto dell’anno? Confcommercio prevede una crescita dei consumi interni del 3,8%, anche se sulle stime si rimane molto cauti, per via delle incognite sulla ripartenza del turismo internazionale che potrebbero avere diretta conseguenza sulla crescita dell’economia italiana.
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