Novità in arrivo sul fronte del fisco. Il blocco dei pignoramenti e dell’invio delle cartelle esattoriali potrebbe essere prolungato fino al primo settembre.
Novità in materia di cartelle esattoriali. Il decreto Sostegni bis ha rinviato nuovamente le scadenze di cartelle e pagamenti bloccati dall’8 marzo 2020, dando un nuovo stop alle cartelle esattoriali fino al 30 giugno 2021. Il blocco riguarda 40 milioni di atti tra cartelle di pagamento, avvisi di accertamento esecutivo e avvisi di addebito Inps, la cui scadenza risale ad un periodo compreso tra l’8 marzo 2020 e il 30 giugno 2021. Dopo il 30 giugno, non ci sarà tempo e i contribuenti dovranno versare quanto spetta. Eppure, ci sono delle novità in arrivo.
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Infatti, il blocco dei pignoramenti e dell’invio delle cartelle esattoriali potrebbe essere prolungato fino al primo settembre. Governo e Parlamento sarebbero infatti intenzionati ad allungare la pausa fino alla fine dell’estate. A dirlo è Laura Castelli, viceministra dell’Economia: “Il governo sta ragionando per ammorbidire un numero alto, come quello di cui stiamo parlando, di rate che evidentemente si accatastano e che stiamo ragionando di diluire un po’ di più” , in un webinar promosso da Il Sole 24 Ore dal titolo “Quale fisco per il futuro”.
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Le scadenze
Riepilogando le scadenze, il versamento delle somme dovute dovrà essere effettuato entro il 31 luglio, che è sabato. Dunque, la scadenza ultima è il 2 agosto. Può essere richiesta una rateizzazione del pagamento, presentando la domanda entro il 31 luglio 2021. Inoltre, come ricordato dall’Agenzia delle Entrate Riscossione, anche che chi non aveva una dilazione in corso alla data dell’8 marzo 2020 può chiedere entro la fine di quest’anno di rateizzare il suo debito senza dover pagare prima gli importi rimasti in sospeso, come invece veniva imposto in precedenza.
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Anche gli obblighi di accantonamento derivanti dai pignoramenti effettuati prima del 19 maggio 2020 su salari, pensioni e altre indennità legate al lavoro restano sospesi fino al 30 giugno 2021. Escluse per quel periodo anche le misure cautelari come fermi amministrativi ed ipoteche; le verifiche di inadempienza delle Pubbliche amministrazioni e delle società che sono prevalentemente partecipate dallo Stato. Inoltre, per quanto riguarda la decadenza del beneficio, per le domande inoltrate durante tutto il 2021, la decadenza subentra dopo dieci rate non pagate anziché dopo cinque. Ma torneranno a dimezzarsi per chi presenterà richiesta di rateizzazione da gennaio 2022. La soglia entro la quale non c’è l’obbligo di dimostrare lo stato di difficoltà passa inoltre da 60mila euro a 100mila euro.