Tutto quello che c’è da sapere sul bonus sanificazione per professionisti e imprese. Cos’è, cosa prevede, chi ne ha diritto.
Al fine di favorire l’adozione di misure dirette a contenere e contrastare la diffusione del Covid-19, il Sostegni bis ha introdotto il bonus sanificazione . Si tratta di un credito d’imposta indirizzato a imprese e professionisti in misura pari al 30 per cento delle spese sostenute nei mesi di giugno, luglio e agosto 2021 per la sanificazione degli ambienti e degli strumenti utilizzati e per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale e di altri dispositivi atti a garantire la salute dei lavoratori e degli utenti. Sono incluse anche le spese per la somministrazione di tamponi per Covid-19.
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Possono farne richiesta:
- i soggetti esercenti attività d’impresa, arti e professioni;
- enti non commerciali, compresi gli enti del Terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti;
- le strutture ricettive extra-alberghiere a carattere non imprenditoriale.
Cosa rientra nel bonus
Le spese comprendono:
- i costi sostenuti per la sanificazione degli ambienti;
- costi sostenuti per l’acquisto di strumenti utilizzati nell’ambito di tali attività;
- somministrazione di tamponi ai lavoratori;
- acquisto di dispositivi di protezione individuale, quali mascherine, guanti, visiere e occhiali protettivi, tute di protezione e calzari, che siano conformi ai requisiti essenziali di sicurezza previsti dalla normativa europea;
- acquisto di prodotti detergenti e disinfettanti;
- acquisto di dispositivi di sicurezza quali termometri, termoscanner, tappeti e vaschette decontaminanti e igienizzanti, conformi ai requisiti essenziali di sicurezza previsti dalla normativa europea;
- acquisto di dispositivi atti a garantire la distanza di sicurezza interpersonale.
Il credito d’imposta può arrivare fino ad un massimo di 60mila euro per ciascun beneficiario, nel limite complessivo di 200 milioni di euro per l’anno 2021. La misura è analoga a quella introdotta un anno fa dal decreto Rilancio, nel caso del primo lockdown. In quel caso, le agevolazioni ammontavano al 60% delle spese complessive ma il limite massimo era sempre fissato a 60mila euro.