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Economia

Cosa dice Confindustria sul Pil italiano dopo il Coronavirus

Published by
Chiara Feleppa

Confindustria stima nel secondo trimestre un primo aumento del Pil italiano, a cui seguirà un forte rimbalzo nel terzo e quarto pari a oltre il +4%. 

Stime positive sull’economia italiana arrivano da Confindustria. Secondo gli esperti, il Pil italiano sarebbe in risalita e i primi segnali positivi sarebbero già evidenti nel settore dei servizi. Il ritmo significativo delle vaccinazioni, aumentate notevolmente nel mese di maggio, ha reso possibile la ripresa delle attività. “Ciò rende possibile nel secondo trimestre un primo, piccolo, aumento del Pil, cui seguirà un forte rimbalzo nel terzo e quarto pari a oltre il +4%, che si consoliderà grazie all’impatto che verrà dagli investimenti finanziati dal piano europeo Ng-Eu”, spiega Confindustria.

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In particolare, si evidenzia la ripresa del lavoro . “Tra gennaio e aprile sono state create circa 130mila posizioni di lavoro, al netto delle cessazioni, contro un dato molto negativo (-230mila) negli stessi mesi del 2020 (+260mila nel 2019)”, si legge nel report. Dovrebbe aumentare, di conseguenza, la capacità di spesa delle famiglie in seguito alla fine delle restrizioni. Ad aumentare saranno in particolare i viaggi e i consumi fuori casa, attività legate al turismo e al settore della cultura.

Le stime dell’Ocse e di Bankitalia

Numeri e stime positive arrivano dall’Ocse, sull’economia italiana. Le stime del Pil sono in rialzo al +4,5% nel 2021, rispetto al +4,1% dell’Interim Economic Outlook di marzo. Nel 2022, si prevede un incremento del +4,4%, dal +4% di marzo. A favorire la ripresa, secondo l’Economic Outlook, le riaperture conseguenti all’attuazione del piano vaccinale. “La pandemia ha avuto in tutto il mondo un costo altissimo in termini di vite umane. Il suo contenimento ha richiesto restrizioni alle libertà individuali e ha condizionato in modo profondo la vita di tutti”, ha riferito il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, nelle Considerazioni finali in occasione della presentazione della Relazione annuale sul 2020.

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Per molti, la situazione ha determinato la perdita dell’occupazione ma anche una modifica dei rapporti interpersonali, delle modalità di studio, di produzione e lavoro, di impiego del tempo libero. “Sul piano economico la recessione che ne è conseguita è la più grave dalla fine del secondo conflitto mondiale”, ha proseguito Visco. Le conseguenze, sul piano economico, non sono state da meno. Il debito in rapporto al Pil si attesterà quest’anno al 189,7% per poi scendere nel 2022 al 187,4% mentre il deficit/Pil sarà pari all’11,4% quest’anno per poi diminuire al 6,4% nel 2022. Secondo le stime, il tasso di disoccupazione sarà al 9,8% nel 2021 e al 9,7% nel 2022. Aumentano anche i consumi privati, dopo il crollo dello scorso anno (-10,7%), al 3,1% quest’anno e al 5,2% nel 2022.

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Economia in ripresa

Nel 2020, la diminuzione del prodotto globale è stata pari al 3,3%, con effetti eterogenei tra aree geografiche, settori produttivi, imprese e famiglie. Del 9%, invece, la caduta del commercio internazionale, “caratterizzata da una temporanea interruzione delle filiere produttive, cui si è associato un forte calo dei flussi turistici”, spiega Visco. La perdita di occupazione ha colpito in misura più marcata i giovani, le donne, i lavoratori precari. 

Per il 2021, l’espansione del Pil potrebbe superare il 4 per cento, dal momento che l’attività produttiva si sta rafforzando. Nel corso dei prossimi mesi, con il prosieguo della campagna vaccinale, potrebbe esserci una notevole accelerazione della ripresa. Secondo Visco, in particolare, “una ripresa robusta della domanda nella seconda metà di quest’anno è quindi possibile. Ne sono condizione il proseguimento delle favorevoli prospettive connesse con la campagna vaccinale e il buon avvio del Pnrr”.

 

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