Tutto ciò che c’è da sapere sul PIL. A cosa serve, come si calcola e che cos’è il Prodotto Interno Lordo.
Quante volte abbiamo sentito parlare del PIL? Quante volte, tra i libri di scuola o soltanto al Telegiornale, abbiamo sentito queste tre lettere? Eppure, cercando di capirne il significato, siamo incappati in definizioni spinose e di difficile comprensione. Proviamo allora a spiegarlo in parole semplici.
Leggi anche: Cashback, in arrivo provvedimenti per i furbetti del rimborso
Il PIL (Prodotto Interno Lordo) indica il valore dei prodotti e dei servizi realizzati all’interno di uno Stato sovrano, in un determinato arco di tempo. Risulta, in sostanza, dalla vendita di prodotti e servizi ed esclude quelli realizzati da un soggetto per il consumo e i servizi resi a titolo gratuito. Nel calcolo non è inclusa la nazionalità del produttore, ma la realtà geografica in cui il prodotto o servizio viene realizzato. Ovvero, anche se un determinato oggetto viene prodotto all’estero, ma entra in Italia, il valore di quel prodotto appartiene al PIL dell’Italia. Nel PIL, insomma, rientrano tutte le componenti del sistema produttivo.
Leggi anche: Giulia De Lellis, quanto guadagna per ogni post su Instagram
Il Prodotto Interno Lordo è un indicatore che valuta lo stato di salute di un sistema economico, e rappresenta la capacità del sistema e di uno Stato di produrre e vendere beni. Il PIL non è un indicatore fisso, cambia con il cambiare del tempo ed è infatti la variabile più importante nelle decisioni di politica economica. Tassi di crescita consistenti indicato elevati livelli di benessere e entrate fiscali capaci di sostenere i bilanci pubblici.
Come si calcola?
E’ possibile valutare il PIL attraverso tre metodi:
- “Metodo della Spesa”: esamina il PIL dal lato della domanda, quindi dal punto di vista di chi acquista e paga un prezzo per il prodotto/servizio. Si valutano in questo caso i consumi, gli investimenti, spesa pubblica, esportazioni nette.
- “Metodo del Valore Aggiunto”: analizza il Pil dalla parte di chi vende, cioè dal lato dell’offerta. Si esaminano, in questo caso, l’acquisto di beni intermedi e i fattori produttivi che permettono a ogni passaggio di aggiungere valore: sommando tutti i valori aggiunti del passaggio produttivo si arriva allo stesso valore del PIL ottenuto con il metodo precedente.
- “Metodo dei redditi“: analizza i fattori di produzione impiegati per arrivare al bene finale, quindi il lavoro e il capitale finanziario impiegato, remunerati con stipendi e profitti. A questi si sommano le tasse sulla produzione e l’IVA , al netto dei contributi alla produzione.