Il Reddito di cittadinanza, misura faro del Movimento 5 stelle, è per molti ancora un mistero. Il sussidio universale per i più bisognosi è attivo anche per il 2021 ed è riconosciuto a due fasce di destinatari. Nella prima fascia rientrano le famiglie con soli componenti over 67 o disabili gravi, a cui spetta la pensione minima di cittadinanza, che costituisce un integrazione dei redditi. Nella seconda fascia rientrano tutti coloro che si trovano sotto la soglia di povertà. A questi ultimi si richiede la ricerca di un’occupazione e la frequenza di corsi di formazione o la partecipazione a progetti di lavoro erogati dal proprio comune.
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In media, il beneficio ammonta a 577,00€, ma la cifra non ha un importo fisso ed è variabile sulla base di vari fattori come il numero dei componenti familiari e del reddito. La normativa fissa sia un importo minimo che massimo, stabiliti dalla legge. Il valore minimo è di 480.00 euro annui, quello massimo di 1.380,00 euro mensili. Ma vediamo meglio i criteri.
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I criteri
L’importo è tanto più elevato quanto più sono i componenti del nucleo familiare e quanto più basso è il reddito familiare. Per calcolare il massimo, bisogna partire dal valutare che ad ogni persona sola è riconosciuta un’integrazione fino al raggiungimento dei 6.000,00€ annui. Nel caso in cui il suo reddito pari a zero, dunque, l’integrazione sarà pari a 500,00€ mensili. Questo importo è stato adeguato al numero dei componenti del nucleo familiare tramite il parametro di scala di equivalenza che stabilisce un valore pari a 1 per il richiedente del RdC; un valore di 0,4 per ogni componente maggiorenne successivo al primo; un valore di 0,2 per ogni componente minorenne. Il parametro di scala di equivalenza non può in ogni caso superare il valore di 2,1.
Il valore di 2,1 può essere superato soltanto se nel nucleo familiare c’è una persona con grave disabilità; in tal caso, il parametro di scala di equivalenza potrà arrivare ad un valore massimo di 2,2. Il parametro di scala di equivalenza va quindi moltiplicato per l’integrazione massima riconosciuta alla persona sola, pari a 6.000,00€. Il massimo erogabile, dunque, è pari a 12.600,00€ annui oppure a 1.050,00€ mensili. Per nucleo familiare molto numeroso, mentre si sale a 13.200,00€ annui – 1.100,00€ mensili – qualora ci sia almeno un componente con grave disabilità. I valori sono da attribuire a nuclei familiari con reddito pari a zero.
E gli affitti?
Il reddito prevede anche il rimborso della quota di affitto , che è unica e non può superare i 280,00€. Non si può, inoltre, richiedere un secondo rimborso per un secondo affitto per avere diritto ad un rimborso più alto. La normativa del Reddito di Cittadinanza – articolo 3, comma 1, punto B del decreto 4/2019 – stabilisce infatti che l’importo mensile sia comprensivo di “una componente, ad integrazione del reddito dei nuclei familiari residenti in abitazione in locazione – pari all’ammontare del canone annuo previsto nel contratto di locazione, come dichiarato ai fini ISEE, fino ad un massimo di 3.360 annui”.
Il rimborso va quindi riferito all’abitazione in cui si è residenti!