Scoprire quanto denaro viene assegnato nell’ambito dell’assegno unico per i figli a carico è semplice. Una serie di tabelle Isee spiega come funziona il procedimento e quanto sarà più o meno ricco questo assegno.
Il mese di luglio 2021 è forse il più atteso dalle famiglie italiane. Grazie al Decreto Sostegni, infatti, sarà disponibile l’assegno unico per tutti i figli a carico. Una misura di sostegno economico che prevede una quota fissa mensile che oscilla tra i 50 e i 250 euro per ogni figlio a carico, tra il settimo mese di gravidanza e il compimento del 18° anno di età.
Questo genere di assegno ha un metodo di funzionamento particolare, che spiegheremo nel dettaglio. Anche perchè, come abbiamo già spiegato in altre occasioni, questa misura va a inglobare tutte quelle in vigore, rendendola di fatto unica. Ma ci sono alcuni calcoli da fare per capire meglio come funziona.
Come abbiamo già spiegato, l’importo dell’assegno unico mensile diminuisce man mano che aumenta la soglia Isee. Giusto per fare un esempio, una famiglia che ha un indice superiore ai 52mila euro annui otterrà un contributo mensile di 67 euro per ciascun figlio minorenne e di 40 euro per ogni figlio a carico con un’età compresa tra i 18 e i 21 anni.
Chi ha invece un valore dell’Isee inferiore a 30mila euro in un anno, otterrà un importo minimo di 161 euro al mese per ogni figlio minorenne e di almeno 97 euro ogni mese per ciascun figlio dall’età compresa tra i 18 e i 21 anni.
Abbiamo già spiegato che ci sono alcune categorie che vengono penalizzate dalla nuova misura dell’assegno unico per i figli a carico. Stiamo parlando delle famiglie che presentano lavoratori dipendenti, le quali perdono gli assegni familiari che avevano un importo superiore. Ne traggono beneficio, invece, le famiglie con lavoratori autonomi e incapienti.
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Bisogna seguire alcuni passaggi ben precisi per poter calcolare l’importo dell’assegno unico figli. Ci sono due elementi, ovvero una quota fissa minima per tutti, tra i 50 e i 100 euro per ogni figlio, e una quota variabile che tiene conto dell’Isee e che si annulla se l’indice supera i già menzionati 52mila euro annui.
Ci sono anche delle maggiorazioni previste. A partire dal terzo figlio a carico, infatti, c’è un aumento dell’importo pari al 20%. Ma c’è anche un’altra maggiorazione, da un minimo del 30% a un massimo del 50% per la presenza di figli disabili.
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