In questi giorni è stato dato il via libera per la distribuzione dell’assegno unico figli per il 2021. Il Ddl relativo a questa misura è arrivato alla fase finale della sua discussione presso il Parlamento. Durante l’estate del 2020 era arrivato il via libera da parte della Camera dei Deputati, con una votazione risultata favorevole. Dopo diversi mesi di attesa e alcuni stop non previsti nella tabella di marcia, anche il Senato ha dato il suo benestare durante la seduta del 30 marzo scorso.
Il disegno di legge che era stato portato avanti dal Governo Conte II porterà una vera e propria rivoluzione nel settore degli aiuti alle famiglie. Dal prossimo 1° luglio, dunque, tutte le famiglie che hanno figli a carico riceveranno un assegno da 250 euro per ogni figlio presente nel nucleo familiare. È prevista una maggiorazione per chi presenta nel proprio nucleo familiare dei figli affetti da disabilità. L’importo previsto dall’assegno unico verrà calcolato in base all’Isee e verrà equamente suddiviso tra i due genitori.
Si tratta di uno strumento che vedrà convogliare attraverso il metodo dell’assegno unico detrazioni e aiuti previsti finora in favore delle famiglie. Così facendo, si verrà incontro ai bisogni di alcuni nuclei familiari, ma c’è anche il rovescio della medaglia. Circa un milione e 300mila famiglie, infatti, riceveranno una somma di denaro minore rispetto a quella percepita attualmente. In particolare verranno colpite le famiglie che prevedono lavoratori dipendenti e incapienti.
Assegno unico 2021, come funziona
L’assegno unico è un contributo mensile o un credito d’imposta, che verrà versato alle famiglie con figli da 0 a 21 anni di età. Nel caso in cui i figli abbiano un’età superiore ai 21 anni, questo contributo verrà versato direttamente agli stessi ragazzi. Come scritto prima, l’importo previsto ammonta fino a 250 euro per ciascun figlio a carico, con una maggiore agevolazione per i figli con disabilità.
Inoltre è prevista una maggiorazione di questo assegno a partire dal secondo figlio, con un aumento che oscilla tra il 30% e il 50% nel caso in cui siano presenti figli disabili. L’assegno unico è previsto per tutte le famiglie, comprese quelle che prevedono la presenza di incapienti, lavoratori autonomi e possessori di Partita Iva. Fino a questo momento, le agevolazioni non erano previste per queste famiglie, visto che i precedenti sostegni erano rappresentati da legami con contratti di lavoro (nel caso dei lavoratori dipendenti) o con detrazioni (nel caso di livelli di reddito inferiori alla no tax area).
Nelle sue intenzioni, la misura dell’assegno unico prevede che si verifichi un riordino della normativa welfare. In tal senso va considerata l’eliminazione degli attuali bonus e dei sostegni che finora sono in vigore. Tra questi spiccano il bonus bebè, le detrazioni sui figli a carico, il bonus mamma e tutti gli assegni al nucleo familiare.
Assegno unico per i figli: le categorie penalizzate
Stando a una simulazione effettuata da Arel/Feg/Alleanza per l’infanzia, l’assegno unico per i figli rischia di provocare un percepimento inferiore per ogni nucleo familiare rispetto ai 250 euro annunciati da parte del Governo Draghi. La motivazione è legata alla considerazione del parametro Isee per stabilire la cifra da elargire a ciascuna famiglia.
In base alla stima pocanzi considerata, l’80% delle famiglie italiane verrebbe a percepire 161 euro per ogni figlio minore a carico e 97 euro per i figli con un’età tra i 18 e i 21 anni. Questo calcolo è legato al fatto che proprio questa fetta di nuclei familiari in Italia presenta un parametro Isee pari o inferiore a 30mila euro annui. Ma le cose peggiorano se questo parametro aumenta: secondo la stessa stima, infatti, una famiglia con un Isee di 52mila euro annui percepirebbe 67 euro per ciascun figlio minore e appena 40 per figli tra i 18 e i 21 anni di età.
Questo genere di calcolo fornisce un evidente vantaggio per le famiglie gestite da lavoratori autonomi e incapienti, in quanto attualmente sarebbero escluse dagli assegni in vigore. Ne trarrebbero uno svantaggio, invece, le famiglie con lavoratori dipendenti: circa un milione e 350mila nuclei familiari perderebbero in media 381 euro all’anno. Motivo per cui sarebbe necessario uno stanziamento di circa 800 milioni di euro per tamponare questo genere di disparità.
Assegni unici 2021, i parametri per ottenerli
Ma quali sono i parametri per ottenere l’assegno unico per i figli? Andiamo a scoprirli:
- l’assegno viene riconosciuto a tutti i lavoratori in possesso di cittadinanza italiana, che siano essi titolari di un reddito da lavoro dipendente a tempo indeterminato o determinato, autonomi, o possessori di partita Iva;
- l’assegno spetta anche ai genitori single che hanno comunque dei figli a carico
Per quanto riguarda i cittadini nativi in Paesi dell’Unione Europea o fuori dall’Unione Europea, questi sono i requisiti per ottenere l’assegno unico:
- avere il permesso di soggiorno (per soggiornanti di lungo periodo o per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno annuale)
- versare l’Irpef in Italia; vivere con i figli a carico nel nostro Paese
- essere stato o essere residente in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, ovvero essere in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o di durata almeno biennale.